L'aumento degli investimenti in infrastrutture fornirà una spinta temporanea al settore delle costruzioni nel periodo 2021-2022 e compenserà il calo nel segmento commerciale. Questo è in gran parte associato ai pacchetti di ripristino COVID-19.
Tuttavia, è probabile che gli investimenti in infrastrutture andranno a vantaggio solo delle più grandi società di costruzioni operanti nelle varie regioni europee, asiatiche e nordamericane. I progetti infrastrutturali su larga scala richiedono infatti, in genere, attrezzature e know-how specifici che sono di piu’ difficile accesso e disponibilita’ per le aziende più piccole e meno diversificate.
L'aumento dei livelli di debito dei paesi e dei comuni locali avrà anche un effetto sulla spesa per le infrastrutture a lungo termine, specialmente in Europa, che è una delle regioni più colpite dal COVID-19.
Ad esempio, si prevede che Londra abbia registrato un calo del PIL reale dell'11% nel 2020 e ciò renderà più difficile riscuotere le tasse e fare quadrare i deficit di bilancio in futuro. Inoltre, il cambiamento dei modelli di mobilità dei consumatori potra’ influire negativamente, almeno nel breve e medio periodo, sugli investimenti in infrastrutture stradali, aeroportuali, ferroviarie e di trasporto di massa.
Senza dubbio vi sarà una sorta di ritorno alla ‘normalità’, allo stesso tempo molti individui, e soprattutto aziende, hanno realizzato che una riduzione nelle spese di viaggio, fiere e incontri di persona è senza dubbio possibile senza perdere fatturato e la possibiliita’ di chiudere nuovi affari.
Fonte: Euromonitor International