Il modello economico a ciambella o a salvagente, è stato sviluppato e coniato per la prima volta da Kate Raworth, economista dell'Università di Oxford e si concentra sull'utilizzo delle risorse disponibili nel mondo in modo praticabile e sostenibile. L'anello della ciambella raccoglie tutti bisogni essenziali dell'umanità, partendo dalla disponibilità di acqua e cibo per garantire il riciclo e riutilizzo di tutti i prodotti.
Il cosiddetto “tetto ambientale" è costituito da nove confini planetari, come stabilito da Rockstrom e altri, oltre i quali si trovano un degrado ambientale inaccettabile e potenziali punti di non ritorno in termini di cambiamento climatico e disponibilità delle risorse. Le dodici dimensioni della fondazione sociale derivano da standard sociali minimi concordati a livello internazionale, come individuati dai governi mondiali negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nel 2015.
Tra i confini sociali e planetari si trova uno spazio sicuro dal punto di vista ambientale e socialmente giusto in cui l'umanità può prosperare. Il messaggio fondamentale è quindi che un equilibrio tra la domanda di risorse da parte della popolazione, e il mantenimento di un equilibrio planetario esiste. Allo stesso tempo è fondamentale capire che l’equilibrio del pianeta è esso stesso un’esigenza fondamentale per la specie umana, così come per tutti gli altri esseri viventi.
La pandemia da COVID-19 in corso sta già stimolando un maggiore interesse da parte dei governi per cercare una strategia di crescita economica che non si concentri solo sulla crescita del PIL, rivolgendosi verso un maggior equilibrio tra la crescita dell’economia e quella dell’ambiente.
La riduzione dell'attività economica causata dalla pandemia COVID-19 ha portato alla riduzione dei livelli di inquinamento dell’aria nelle città, cosa contro cui i centri urbani hanno lottato a lungo per il largo impiego dei combustibili fossili. Tenendo presenti gli obiettivi per il contrasto del cambiamento climatico, è probabile che il modello a salvagente venga almeno in parte impiegato da un numero crescente di governi.
Nell'aprile 2020, l’Amministrazione del Comune di Amsterdam ha adottato il modello economico a ciambella con l’idea di integrarlo a un piano volto a stimolare la crescita economica dopo la pandemia per recuperare l’impatto negativo del coronavirus. La città ha iniziato dall’affrontare tre aree chiave di intervento:
• cibo e rifiuti organici
• beni di consumo
• edilizia
Ad esempio, Amsterdam si concentrerà maggiormente su filiere alimentari più corte, riducendo così la dipendenza dalle importazioni a lungo raggio.
Il valore di questo approccio è stato compreso e viene sperimentato anche in altre città del mondo, come ad esempio Philadelphia e Portland negli Stati Uniti, applicando il modello che fornisce riferimenti specifici e misurabili utili ad una ri-progettazione delle città e delle loro economie, nell’ottica di una maggiore sostenibilità.
Fonte: Euromonitor International