Il cambiamento climatico è una delle emergenze che la nostra società deve fronteggiare e con la quale si trova sempre più spesso a fare i conti. Che questo sia dovuto a cause esclusivamente umane o sia un mix di concause dovute anche a cicli climatici su amplissime scale temporali, come teorizzato da alcune linee di pensiero, il nocciolo della questione non cambia. Il clima del nostro pianeta sta mutando e, a causa di una sempre crescente ed esasperata antropizzazione, le conseguenze potrebbero diventare drammatiche.
Come è risaputo questi fenomeni atmosferici non colpiscono in maniera uniforme tutte le aree geografiche. Con l’aumentare della temperatura globale del pianeta, alcune subiscono conseguenze per la riduzione delle precipitazioni, mentre altre ne registrano forti aumenti.
L’eccessivo sfruttamento del suolo ha sostituito le aree urbane a quelle naturali, capaci di sostenere, con conseguenze limitate, esondazioni, smottamenti e frane. Le zone fittamente abitate oggi vengono sconvolte da fenomeni atmosferici, quali precipitazioni improvvise e estremamente copiose.
Il cambiamento climatico è testimoniato da molti studi che, partendo dal 1500, mostrano l’alternarsi di periodi freddi con periodi caldi associati a fenomeni di maggiore o minore piovosità. Un recente studio del Politecnico di Torino rileva che storicamente nell’arco di tempo esaminato ci sono stati altri 9 periodi ad alta piovosità. Quello che è cambiato a partire dagli anni 90 è stato che, mentre in precedenza questi erano conseguenza di un clima freddo, ora sono causati dalle alte temperature.
Un ulteriore studio italiano (elaborazione Openpolis su dati Istat) rileva che nella nostra nazione, confrontando il 2018 con il periodo 2007-2016, l’aumento medio delle precipitazioni è stato di 33,7 mm, con una diminuzione al nord e un aumento nelle regioni meridionali. Le città che hanno evidenziato le maggiori differenze sono state: Enna (+504,8 mm), Lecce (+455,9 mm), Oristano (+438,2 mm) e Catanzaro (+438,0 mm). Mentre tra i cali più drastici, Parma (-277,3 mm), Udine (-303,5 mm), Napoli (-516,0 mm) e Pordenone (-571,6 mm).
Per quanto riguarda invece gli eventi con precipitazioni molto intense (>20 mm), sono state analizzate le variazioni registrate nelle grandi città tra il valore medio 2018 e quello del periodo 1971-2000. Fatta eccezione per il capoluogo campano, gli altri comuni considerati confermano la ricorrenza geografica emersa in precedenza. Torino e Milano presentano un calo rispettivamente di -1 giorno e -8 giorni di piogge superiori a 20 mm, Palermo invece registra un incremento di 4 giorni, mentre Roma non presenta variazioni.
Questa situazione ha portato le amministrazioni locali e nazionali a studiare il territorio e rilevare che circa il 19,4% di esso ricade in aree potenzialmente allagabili con probabilità/pericolosità da bassa a elevata (Rapporto Ispra 2021 relativo alla pericolosità da alluvione in Italia con indicatori di rischio associati). Nelle aree potenzialmente allagabili è presente il 24,7% della popolazione nazionale e il 32,1% dei beni culturali. Il 7,4% dei Comuni italiani ha almeno il 20% della superficie in area allagabile in caso di scenario con probabilità elevata (vedi articolo La Repubblica del 15/11/21).
Alla luce di tutti questi dati risulta di vitale importanza attuare strategie di prevenzione per evitare il più possibile gravi conseguenze umane ed economiche nelle aree soggette a rischio idrogeologico.
Aliaxis, grazie alle aziende del gruppo, che da anni lavorano nel campo dell’adduzione e trattamento acqua, è in grado di offrire una gamma completa di soluzioni, sicure e testate, per fronteggiare le conseguenze dirette degli eventi climatici sui sistemi di raccolta e sulle reti di convogliamento delle acque nere e grigie.
La soluzione al rischio di allagamento: la valvola antiriflusso
In caso di un evento atmosferico eccezionale come un nubifragio o una bomba d’acqua, può capitare che le fognature non siano in grado di smaltire l’acqua, provocando il rischio di allagamento di garage, cantine e locali seminterrati. Grazie all'installazione di una valvola antiriflusso nelle tubazioni di scarico si protegge l’abitazione dal ritorno delle acque dalla fognatura e si evitano danni economicamente rilevanti.
Il suo utilizzo è particolarmente indicato in casi di:
- Locali seminterrati
- Zone adiacenti a fiumi, laghi, mare
- In zone soggette a piogge abbondanti e con canalizzazioni datate
- In caso di sovraccarichi frequenti delle fognature per via di reti sottodimensionate
- Pericolo di sovraccarico delle fognature in aree a rapido accrescimento urbanistico
- In presenza di stazioni di pompaggio lungo la rete fognaria municipale
In caso di sovraccarico delle fognature è da ritenersi esclusa la Responsabilità Civile del Comune per eventuali danni provocati all’abitazione. Una valvola antiriflusso, correttamente installata, e regolarmente mantenuta, elimina la possibilità che il danno possa verificarsi.
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